Terapia del cibo: SCAI in cucina contro la depressione e lo star bene.

“Fa che il cibo sia la tua medicina e che la tua medicina sia il tuo cibo», scriveva Ippocrate nell’antica Grecia, un pensiero che al giorno d’oggi è più che mai tornato alla ribalta e rappresenta un’esigenza sempre più condivisa e di prevenzione per la nostra salute e quella dei nostri cari”.
Attraverso l’equipe progettuale della Cooperativa Sociale SCAI è nato anche qui da noi il Progetto Food Tharapy, guidato dalla Socia Dott.ssa Daniela Vincenzi, nutrizionista e biologa, dalla Socia Coordinatrice Veronica Guagliumi, Laureata in Sviluppo e cooperazione Internazionale, dalla Cuoca della Residenza e la collaborazione della prestigiosa Chef di cucina Natural Green Beatrice Calia.
La Terapia del cibo, o Food Therapy, giunge dalla Cina come pratica per ritrovare l’armonia con il proprio corpo ed è considerata il mezzo curativo del terzo millennio al punto che, se seguita in modo corretto, può anche portare alla prevenzione di gravi patologie.
Insieme alle famiglie della Residenza Stella il gruppo progettisti ha dato vita al primo programma pilota, che vede protagonisti tutti gli anziani con un monitoraggio dei risultati. Si è passati da una classica cucina a una cucina che sforna piatti….. amo dire “a progetto” 😉
La food therapy si basa sull’assunzione che i cibi che mangiamo, possono aiutarci a stare in buona salute oppure ostacolare i nostri sforzi per superare certe malattie. E’ un’ottima terapia per “la riattivazione comportamentale” in quanto aiuta a superare le fasi di stasi e allevia la depressione attraverso comportamenti orientati, con obiettivi da raggiungere, che contrastano la tendenza a procrastinare e l’inattività. Non è sufficiente mangiare alimenti nutrienti ma è necessario sceglierli in base alla propria costituzione fisica, al tenore di vita e alle necessità o carenze del proprio organismo. Inoltre, per ottenere il benessere psico-fisico, bisogna rispettare dosi e tempi di consumazione dei cibi.
Sono cinque i sapori di cui si parla già nei testi classici di medicina che risalgono al IV secolo a.C., ognuno collegato ad un organo del nostro corpo: amaro (al cuore), dolce (alla milza), acido (al fegato), salato (ai reni) e piccante (ai polmoni).
I cibi amari hanno l’effetto di far scendere l’energia (come il rabarbaro); eliminare le tossine (tarassaco), asciugare l’umidità (come il fegato di maiale) e arrestare le emorragie. I cibi dolci come il miele, i cereali e i latticini sono nutrienti, sono tonificanti, aiutano in casi di deficienze del quoziente intellettivo e neutralizzano la tossicità. I prodotti acidi (esempio limoni, pomodori e ananas) sono astringenti, nutrienti e rinfrescanti; i cibi salati (come amaranto, alghe e miglio) sono rinfrescanti e purganti. Infine i cibi piccanti (es. senape, cipolle, aglio) favoriscono la circolazione, sciolgono il catarro e possono aiutare in molte condizioni respiratorie.
Vino e Caffè spesso sconsigliati possono….
Tenere in armonia il proprio organismo non significa non concedersi i piaceri della tavola, e infatti anche vino e caffè sono alimenti consigliati. Il vino ha proprietà antitrombotiche e previene le difficoltà cardiache mentre il caffè ha capacità drenanti e stimolanti. Entrambi sono concessi nella dieta del benessere e, anzi, vengono perfino utilizzati come un φάρμακον (farmaco) nei trattamenti di bellezza.
Il Progetto Food Therapy intende contagiare il nostro territorio: abbiamo pensato di estendere attraverso la nostra Nutrizionista i suoi benefici. Sarà possibile avere informazioni gratuite su una sana e corretta alimentazione dello star bene, in maniera personalizzata.
Siamo una comunità ricca di benessere sociale, ed è nostro dovere contagiarci di buone pratiche. I risultati sono stati straordinari, in tutti gli anziani è stato riscontrato un aumento della concentrazione e di senso di soddisfazione, incredibile è stato osservare come può aiutare il semplice gesto di dividere il pane insieme a qualcuno. Unito al colore dei cibi, sapori, profumi, l’ingrediente per noi determinante è stato l’amore e la metodologia durante la somministrazione dei piatti. Il piatto deve essere bello da vedere e buono da mangiare.
Di seguito alcune testimonianze di Anziani:
Adriana, nostra ospite: il cibo mi rilassa.
Milvia, ospite della residenza: per me è stato un bel cambiamento; adesso riesco a dormire rispetto a prima, che mi sentivo appesantita.
Ermelinda: è un mangiare che assomiglia alla mia famiglia, è come se mangiassi a casa.
Isa Ferraguti: si mangia talmente bene che è un peccato finire di mangiare. Non c’è confronto con nessuno.
Sauro: si digerisce bene.
Margherita: quando mangio è un momento di gioia.